wiki dice che
le emozioni sono stati mentali e fisiologici associati a modificazioni psicofisiologiche, a stimoli interni o esterni, naturali o appresi.
In termini evolutivi, o darwiniani, la loro principale funzione consiste nel rendere più efficace la reazione dell’individuo a situazioni in cui si rende necessaria una risposta immediata ai fini della sopravvivenza, reazione che non utilizzi cioè processi cognitivi ed elaborazione cosciente.
Le emozioni rivestono anche una funzione relazionale (comunicazione agli altri delle proprie reazioni psicofisiologiche) e una funzione autoregolativa (comprensione delle proprie modificazioni psicofisiologiche). Si differenziano quindi dai sentimenti e dagli stati d’animo.
CAPITO?!??
Forse non proprio del tutto. METTIAMOLA COSI’.
L’emozione è qualcosa che altera il nostro stato abituale… è un’onda che ci attraversa, che ci scuote dalla nostra condizione. E’ ciò che ci rende vivi, che ci fa intraprendere strade, che ci permette di stupirci e scoprire ogni cosa. L’emozione ci fa vivere senza dar niente per scontato.
E’ il della nostra anima e l’unico strumento che ci dice come e dove siamo in un preciso momento.
Quindi dobbiamo “vivere” le nostre emozioni?
Diremmo proprio di sì!
Iniziare la propria giornata chiedendosi: “Oggi come mi sento? cosa provo?” è un modo per vivere le emozioni del momento, per ritornare al nostro sentire.
Per che cosa è utile?
Sapere come stiamo in un preciso momento ci aiuta a ridurre la tensione, lo stress, a far tornare il corpo in equilibrio. Si può dire che le emozioni sono una garanzia per la nostra salute.
Perché sapere come ci sentiamo è così importante?
Tutte le nostre azioni sono determinate dalle emozioni.
Soprattutto in questo momento storico in cui la tendenza generale della società è:
– verso un’autonomia esasperata dell’individuo;
– verso una maggiore competitività;
– verso un aumentato isolamento;
– verso un deterioramento dell’integrazione sociale
un aumento della collaborazione e dell’attenzione verso gli altri diventa indispensabile.
In questa atmosfera di crisi sociale, sono evidenti anche i segni di un crescente malessere emozionale. Viviamo, infatti, momenti di grande confusione, disorientamento, incertezza, frustrazione, impotenza ed isolamento. Proprio perchè le emozioni sono necessarie in quanto sono un segnale che ci avverte quando qualcosa non va, imparare a sapere come ci sentiamo ci aiuterebbe a non esserne sopraffatti.
Certo, anni e anni di cultura ci hanno insegnato che le emozioni vanno trattenute e non manifestate con disinvoltura. Ci è stato insegnato che, per esempio, arrossire è sinonimo di debolezza e vulnerabilità e che i veri uomini sono quelli che non lasciano trasparire nessuna emozione.
Fingere di non avere emozioni significa far finta di essere un robot.
Se una persona finge per molto tempo di non avere emozioni, alla fine può avere difficoltà ad essere consapevole delle proprie emozioni e riconoscerle.
Inoltre, se prima non le riconosciamo è difficilissimo cercare di non far trapelare l’emozione che stiamo vivendo. Per riuscire a cambiare quello che non va, è necessario cercare di non lasciarci vincere dalle nostre emozioni. È importante trovare una via di mezzo tra il soffocare le proprie emozioni e il farsi dominare da esse.
L’insegnamento di reprimere le proprie emozioni impoverisce la nostra esistenza, rendendoci più limitati, con meno strumenti di comprensione e di relazione con gli altri e con l’ambiente.
Cosa possiamo fare?
Possiamo imparare ad essere AMICI delle nostre emozioni. Le emozioni che proviamo ci consentono di conoscere:
– ciò che accade
– ciò che vogliamo
– ciò che per noi è importante.
Una vita senza emozioni è una vita senza sapori né odori, senza scosse, senza VITA.
Ma quante sono le emozioni con cui dobbiamo essere AMICI?
Sono tante, più di 100 con tutte le loro variazioni, mutazioni e sfumature.
Quante emozioni… GIOIA, tristezza, felicità, PAURA, vergogna, ANSIA, angoscia, TENSIONE, trasporto per qualcuno, desiderio, MALINCONIA… spesso queste sensazioni si alternano tra di loro e si sovrappongono… spesso più è intensa l’emozione e meno sappiamo riconoscerla e nominarla.
QUESTA CANZONE MI TRASMETTE TANTE EMOZIONI:
VAI GILARDENGO VAI GRANDE CAMPIONE:
due ragazzi nel borgo
cresciuti troppo in fretta
un’unica passione
per la bicicletta
un’incrocio di destini
in una strana storia
di cui nei giorni nostri
s’e’ persa la memoria
una storia d’altri tempi
di prima del motore
quando si correva
per rabbia o per amore
ma fra rabbia ed amore
il distacco gia’ cresce
e chi sara’ il campione
gia’ si capisce
vai girardengo vai grande campione
nessuno ti insegue su quello stradone
vai girardengo non si vede piu’ sante
e dietro a quella curva
e’ sempre piu’ distante
e dietro la curva
del tempo che vola
c’e’ sante in bicicletta
e in mano ha una pistola
se di notte e’ inseguito
spara e centra ogni fanale
sante il bandito
ha una mira eccezzionale
e lo sanno le banche
e lo sa la questura
sante il bandito
mette proprio paura
e non servono le taglie
e non basta il coraggio
sante il bandito
ha troppo vantaggio
fu antica miseria
o un torto subito
a fare del ragazzo un feroce bandito
ma al proprio destino
nessuno gli sfugge
cercavi giustizia
ma trovasti la legge
ma un bravo poliziotto
che sa fare il suo mestiere
sa che ogni uomo ha un vizio
che lo fara’ cadere
e ti fece cadere
la tua grande passione
di aspettare l’arrivo
dell’amico campione
quel traguardo volante
ti vide in manette
brillavano al sole come due biciclette
sante pollastri
il tuo giro e’ finito
e gia’ si racconta
che qualcuno ha tradito
vai girardengo vai grande campione
nessuno ti segue su quello stradone
vai girardengo non si vede piu’ sante
e’ sempre piu’ lontano
e’ sempre piu’ distante
e’ sempre piu’ lontano
e’ sempre piu’ distante
vai girardengo non si vede piu’ sante
sempre piu’ lontano
sempre piu’ distante.
la canzone è stata tratta da un fatto successo veramente….