Flaghéé150: giorno nove. Un rifugio dove passare la notte

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Grazie all’ intervento di una “flaghina” abbiamo aggirato il Pian di Spagna ed i paesini dell’ alto lago affollati di turisti stranieri.
Siamo quindi di nuovo fuori dall’abitato sulle pendici del Bregagno.
Abbiamo trovato riparo in una piccola baitella abbandonata: pare fosse un piccolo insediamento ma solo una é abbastanza sicura da “reggere”.
L’abbiamo ripulita dalle “fatte” di capra e montato al suo interno la tenda: per questa sera dovremmo essere a posto.
Dopo il Legnone ed il Legnoncino siamo entrati nei monti della costa occidentale: comincia il viaggio di rientro.
Oggi mi ha fatto molto piacere raggiungere la vetta nonostante la nebbia e mi ha fatto ancora più piacere ritrovate i ragazzi dell’alpinismo giovanile del Cai Asso ed i loro accompagnatori.
Ancora un grazie a Renzo, Alberto, Bruno, Gianina, Maurizio, Laura, Mario, Flora e Giorgio: passano gli anni per la nostra piccola sezione ci siete sempre! Grazie a tutti voi!
Buona notte, speriamo nel tempo: i Flaghéé continuano il loro viaggio

0 thoughts on “Flaghéé150: giorno nove. Un rifugio dove passare la notte

  1. La solitudine non è vivere da soli, la solitudine è il non essere capaci di fare compagnia a qualcuno o a qualcosa che sta dentro di noi, la solitudine non è un albero in mezzo a una pianura dove ci sia solo lui, è la distanza tra la linfa profonda e la corteccia, tra la foglia e la radice.
    José Saramago (dal libro “L’ anno della morte di Ricardo Reis”)

  2. Ma da dove le prende queste meraviglie di frasi?! Davvero belle, anche se vengono chiamate “lunghe” da qualcuno che non ha voglia di leggerle, io le leggo e vado oltre il numero di parole; daltronde non si può vivere senza far fatica e leggere solo frasi corte 😉

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