Il biglietto da visita della Valle
La cascata Vallategna sorge in mezzo alle valli dell’alto Lambro, sul confine fra i comuni di Asso e Canzo e segna la fine della Brianza e l’inizio della Valassina. La fonte da cui si origina è il torrente Foce, che sfocia nel Lambro dopo aver dato vita alla cascata. Il salto d’acqua di 30 metri è reso caratteristico dalla morfologia del dirupo e della vegetazione che attraversa fino a formare un laghetto prima di confluire nel Lambro. Nelle memorie scritte di Stendhal (scrittore francese), del 1818, nel suo viaggio in Italia si soffermò a parlare con l’amico Vismara, della Vallategna, del Ponte Oscuro e di un tentativo teatrale che ne riprendeva l’ambientazione, in particolare perché la cascata ricordava il suo amico Pissevache. Negli ultimi anni è stata oggetto di continue discussioni: vicino alla meravigliosa opera naturale si vorrebbe costruire un supermercato. Alcuni cittadini hanno raccolto tantissime firme contro la costruzione dell’opera artificiale che rovinerebbe il paesaggio naturale intorno alla cascata. Thomas Canali, Francesco De Marco
I nove paesi della Valassina
Civenna, Magreglio, Barni, Lasnigo, Asso, Caglio, Rezzago, Sormano e Valbrona sono i paesi della Valle. Asso ha 3000 abitanti, è la città più grande e più popolata della Valassina. Magreglio ha 640 abitanti, è molto importante per la Madonna del Ghisallo protettrice del ciclismo. Barni ha 623 abitanti e qui si trova la fonte San Luigi che imbottiglia acqua minerale. Civenna ha 672 abitanti, fra i quali gli abitanti di Piano Rancio dove nasce l’importante fiume Lambro. Lasnigo ha 406 abitanti e qui si trova la chiesa romanica di Sant’Alessandro. Rezzago ha 274 abitanti e possiede i fungi di terra calcarea, che sono formazioni rocciose. In agosto vengono aperti al pubblico i cortili, che ospitano mostre, ricostruzioni storiche, artigianato e gastronomia. Caglio ha 369 abitanti, è noto per il santuario di Campoè Valbrona ha 2725 abitanti e è divisa in quattro frazioni:Canalino, Maisano, Osigo e Visino. Sormano ha 633 abitanti, molto importante è il Muro di Sormano. Jessica Mauri, Gaia Bertaso
E da Sormano puoi veder le stelle…
L’Osservatorio Astronomico di Sormano è stato completato nel 1987 grazie al finanziamento privato di una quindicina di soci aderenti al Gruppo Astrofili Brianza. Nel corso degli anni ha indirizzato le sue ricerche verso l’osservazione dei corpi minori del sistema solare (asteroidi e comete) ed ha promosso con grande successo l’attività divulgativa a tema astronomico con osservazioni dirette del cielo. L’Osservatorio, in collaborazione con il Comune di Sormano e la Comunità Montana del Triangolo Lariano, tiene conferenze, visite guidate e osservazione del cielo per scolaresche e gruppi di appassionati. L’attività scientifica include il monitoraggio e l’osservazione di corpi celesti denominati NEO (Near Earth Objects) che possono transitare pericolosamente in prossimità del nostro pianeta. Questi oggetti vengono sorvegliati, ne vengono calcolati i futuri avvicinamenti ed i risultati ottenuti, continuamente aggiornati e pubblicati, sono confrontati con i più importanti osservatori mondiali. Un collegamento diretto ai risultati ottenuti dall’osservatorio di Sormano è presente nella specifica pagina della NASA presso il JPL (Jet Propulsion Laboratory), dedicata esclusivamente agli asteroidi. Gianluca Invernizzi e Marko Gavric
Lasnigo. A spasso tra scritti e memorie
Pochi anni fa Lasnigo ha avuto due libri. Uno dedicato alla Chiesa di Sant’Alessandro, un altro dedicato alla storia del paese. Alla realizzazione di quest’ultimo libro hanno collaborato anche le classi terza media di quegli anni. Sfogliando questo volume, mi ha incuriosito vedere che gli abitanti raccontano che Lasnigo é un paese diviso in quattro rioni, ciascuno individuato da uno dei seguenti toponimi: Nusee, Feree, Scafa e Murin. Il paese è adagiato alle falde del monte Oriolo che veglia sull’abitato. Pare che in origine il paese si chiamasse Asuicus, vale a dire Assi vicus ‘vicus di Asso’, il paese che a dato il nome alla Valassina. La fornace, attiva probabilmente dal tardo Medioevo, è stata rinvenuta nel 1977 in località fornace, collocata tra il fiume Lambro ed il ruscello che scende dalla zona dei Morti di Valmorana. Di antica testimonianza anche un torchio e i mulini. Jessica Presta
Perché le chiese romaniche della Valassina non sono tutte restaurate?
I paesi che comprendono la Vallassina sono Asso, Valbrona, Caglio, Sormano, Rezzago, Lasnigo, Civenna, Barni, Magreglio. In alcuni di questi paesi ci sono delle chiese antichissime, romaniche. A Lasnigo c’è la chiesa di S. Alessandro, a Rezzago quella dei Santi Cosma e Daminano, a Barni quella dei SS. Pietro e Paolo. Sono chiese romaniche lombarde, uno stile che si sviluppò tra gli ultimi decenni dell’XI secolo e il XII secolo. La Lombardia fu la prima zona italiana a ricevere le novità artistiche dall’Oltralpe, grazie all’ormai secolare movimento di artisti lombardi in Germania e viceversa, ma soprattutto ad esportare tecniche costruttive avanzate come ad esempio le volte in pietra e anche caratteri stilistici come gli archetti pensili e le lesene. Le nostre sono chiese bellissime, talvolta abbandonate. La chiesa di Lasnigo è stata recentemente restaurata. Sarebbe bello se tutte fossero riportate al loro antico splendore!Zanandrea Tanvì
Una raccolta di parole: il Vocabolario del dialetto di Barni
Barni è un paese che ha fatto una ricerca speciale per salvare il suo dialetto. Pochi anni fa è uscito così un Vocabolario che riporta molte parole del dialetto parlato in paese. Ogni parola non ha soltanto la traduzione del vocabolo, ma è arricchita anche da proverbi, modi di dire, spiegazioni enciclopediche di quello che il termine significa. Alla ricerca hanno collaborato dei professori dell’Università degli Studi di Milano. Marika Gagliardi
Località sciistiche della Vallassina
In Valassina arriva anche la neve e le sue località sciistiche sono San Primo e Pian del Tivano . Sotto il monte San Primo,nella località di Parco Monte San Primo, posta in territorio di Bellagio, fino al 2006 era possibile praticare lo sci alpino. Dopo la chiusura degli impianti sciistici, la località è frequentata da praticanti di scii-alpino e da bambini con bob e slittini. La stazione sciistica del San Primo nacque nel 1975. Vi sono numerosi boschi alle pendici del monte,mentre in cima essi degradano fino a lasciare spazio esclusivamente alle distese erbose. Pian del Tivano è un piano carsico posto nel Triangolo Lariano, in Provincia di Como, a circa 1000 m di quota ed è confinato a nord dal Monte San Primo. Il pianoro è stato formato da depositi glaciali,deposti su un terreno calcareo. Negli anni settanta si decise di realizzare una stazione sciistica anche al Pian del Tivano. A metà degli anni settanta vennero realizzati tre skilift, a servizio di una decina di chilometri di piste. La quota poco elevata e l’esposizione favorevole determinarono però una difficoltà nell’aprire con continuità la stazione. Ne conseguì una scarsa fruizione delle piste, che portò alla chiusura definitiva degli impianti a metà degli anni ottanta. Oggi gli skilift sono ancora visibili, in stato di abbandono,ormai totalmente ricoperti dalla vegetazione. Pian del Tivano è, invece, tutt’ora frequentato dagli appassionatissimi di scii di fondo,che qui trovano un anello di circa 10 km. Dorotea Torchia
Fauna e flora della Valle La fauna del bosco comprende caprioli, ricci, cinghiali, lepri, scoiattoli, mufloni e volpi. Sono presenti inoltre numerosi uccelli: falchi, poiane, galli cedroni, gufi e picchi. Il capriolo è un ungulato ed ha il corpo di un colore tra il rosso ed il marrone, il muso verso il grigio. Il cinghiale è un mammifero dalle abitudini crepuscolari e notturne e sono noti per il temperamento aggressivo. Il muflone è un mammifero il cui peso varia fra i 25 kg massimi della femmina ai 40 kg dei maschi adulti. La volpe rossa è un mammifero onnivoro. Le lepri sono abbastanza simili ai conigli tuttavia sono animali solitari non costruiscono tane sotterranee ma sfruttano depressioni del terreno. La poiana comune è un uccello rapace che mangia soprattutto piccoli mammiferi e, talvolta, carogne di animali. Il gufo caccia una grande varietà di piccoli animali, topi, toporagni, scoiattoli, pipistrelli, ratti, uccelli e insetti.
Fra la flora, spiccano la Primula, il ciclamino e il bucaneve. La primula fiorisce tra aprile e luglio e fu usata contro i geloni, gli ascessi e contro la tisi. Il Ciclamino è un fiore profumato che vive nei boschi. Il Bucaneve è una pianta perenne che fiorisce tra marzo ed aprile ed è frequente, in massa nei boschi, nelle zone umide cespugliate e più raramente nei prati. Leonardo Negroni, Paolo Villa
Il Buco del Piombo
La Grotta del Buco del Piombo non si trova propriamente in Valassina ma è una bellezza del territorio molto vicina alla nostra Valle. La denominazione della grotta può essere ricondotta probabilmente alla caratteristica patina di alterazione di colore grigiastro che si forma sugli affioramenti di Maiolica. L’origine di questa cavità è legata a fenomeni di tipo carsico, determinati dall’azione “corrosiva” delle acque piovane rese aggressive dalla presenza di anidride carbonica disciolta sulle rocce calcaree facilmente fratturabili ed erodibili che costituiscono l’ossatura geologica del Triangolo Lariano. Questa incessante opera ha portato, nel corso di milioni di anni, alla formazione di un intrico di gallerie che si snodano sotto il pianoro dell’Alpe del Viceré. L’insieme di tali gallerie costituisce appunto il complesso carsico “Alpe del Viceré”, di cui il Buco del Piombo è solo una parte. L’ingresso è imponente e scenografico: misura 45 m di altezza per 38 di larghezza, ed è occupato per buona parte da una coltre di detriti residui di un antico riempimento e dei rimaneggiamenti antropici iniziati già in epoche storiche. Anche l’interno della grotta è un ambiente molto particolare; le acque che scolano sulle pareti e sulla volta contengono in soluzione sali minerali calcarei che si depositano dando origine a stalattiti, stalagmiti e complicate concrezioni. Alessia Rotondo
Dalla Menaresta nasce il fiume Lambro
Il fiume Lambro nasce al Piano Rancio nella località Menaresta e immette le sue acque nel lago di Pusiano. All’uscita del lago continua a percorrere il suo lungo viaggio e raccoglie i suoi affluenti principali sono: Bevera di Molteno, Bevera di Tremolada e Bevera di Naresso. Procedendo raggiunge Carate Brianza, Monza e la pianura sud di Milano. A Orio Litta sbocca nel Po. Il fiume Lambro ha un percorso totale di circa 130 km. Il Lambro di recente è stato interessato da un fenomeno inquinante. Dell’olio combustibile è stato gettato nelle acque del fiume da un’industria di Milano. La macchia d’olio ha raggiunto il Po, mettendo ha rischio la vita dei pesci e dei suoi consumatori. Da questo episodio il fiume Lambro ha raggiunto il livello massimo di inquinamento dei fiumi italiani. Massimo Maggi
Il clima in Valassina
Il clima della Valassina si può associare al tipo semi-continentale, con alcune variazioni dovute alla presenza del lago o alla conformazione orografica. Possiamo definire il clima di tipo sub-alpino temperato freddo, con inverni abbastanza freddi con giornate di gelo con temperature che possono scendere oltre i 10 gradi sotto lo zero soprattutto nelle zone più montuose ( S. Primo, Piano Rancio, Colma di Sormano). Non mancano le nevicate che spesso imbiancano tutta la valle sia in autunno che in inverno e talvolta all’inizio della primavera. Quasi assente è la nebbia che si presenta in rare occasioni ed è più marcata nella parte più bassa della valle e nelle zone limitrofe al lago (Valbrona) in quanto la presenza di acqua ne favorisce la formazione. Le estati sono mediamente calde e umide e talvolta soggette a temporali di media entità. Difficilmente le temperature medie estive vanno oltre i 28° C ma negli ultimi anni si sono verificati, probabilmente a causa del cambiamento climatico, dei picchi superiori alla temperatura media estiva della valle ma circoscritti ad un breve periodo di tempo che uniti alla scarsa circolazione dell’aria hanno provocato giorni di afa. Le perturbazioni piovose / nevose sono di tipo atlantico- mediterraneo o artico-russe e sono le principali cause del maltempo che spesso provoca forti piogge nel periodo primaverile. Nelle zone più esposte al lago il clima è più mite e ventilato rispetto alle valli più interne. Margot Pedrabissi
Il Lago del Segrino
Il lago del Segrino occupa gran parte di un solco vallivo delimitato ad est dal Monte Cornizzolo e ad ovest dal monte Scioscia, a sud del Triangolo Lariano. La sua conca è stata scavata durante l’ultima glaciazione. Il lago non ha immissari né rilevanti emissari, è alimentato principalmente da sorgenti sublacustri. L’ambiente del Parco presenta una tipica vegetazione acquatico-palustre. Nella parte meridionale del bacino sono presenti la Millefoglie d’Acqua, la Ninfea bianca,i l Nannufaro giallo, il tipico canneto di palude e il cariceto. Lungo le sponde del lago troviamo l’Ontano nero, il Salice e il Pioppo. I boschi che ricoprono i versanti montani sono composti per lo più da Castagni. La fauna ittica è composta principalmente dal Pesce Persico, il Persico trota, il Luccio e l’Alborella. Le aree paludose e lacustri ospitano molti anfibi come la Rana di Lastre e il Rospo comune, oggetto di numerose campagne di salvataggio. Tra i canneti e i boschi trovano rifugio numerosi uccelli stanziali e migratori e lungo il suo perimetro sono numerose le persone che passeggiano o fanno spot, come la corsa. Enrico Rusconi e Mario Rusconi Marta Achler e Michela Acquistapace
il dipinto è molto bello, troversi come biglietto di ingresso la cascata è un bel ricordo per tutti i visitatori
mi dispiace ma non riesco a leggerlo tutto
approfondimenti interessanti. BRAVI!
Cosa aspettate a visitare la VALASSINA?