Istituto Comprensivo Giovanni Segantini di Asso
Scuola Secondaria di Primo Grado
A. S. 2003 – 2004
IL LABORATORIO DELLA CULTURA LOCALE, LA MEMORIA ALLARGATA.
Periodo. Si prevede di realizzare il progetto nei mesi di novembre e dicembre 2003, all’interno della quota oraria del 15% delle ore d’insegnamento curricolare da poter dedicare ad altri insegnamenti. Saranno dedicate all’insegnamento della cultura locale, secondo le tematiche sopra indicate, per un totale di 6 ore settimanali per un totale complessivo di 36 ore. Gli altri docenti coinvolti prevederanno unità orarie specifiche del loro piano curricolare delle attività. Le finalità. Il progetto vuole favorire la presa di coscienza dell’appartenenza ad un territorio attraverso la riscoperta di quelle tracce di patrimonio socio-culturale locale che è alla base del senso di appartenenza ad una comunità e fonda l’identità di un individuo e di un gruppo. Se l’identità è un insieme di valori condivisi dalle stesse comunità e ogni società è prima di tutto un nucleo di valori fondanti, un’idea condivisa, e in secondo luogo un sistema collettivo organizzato e istituzionalizzato, la coscienza e la riscoperta delle proprie radici aiutano allora a non perdere la memoria, perché perdere la memoria è perdere l’identità, in quanto l’appannarsi di una è l’illanguidirsi dell’altra, cui seguirà l’erosione dello spirito di comunità, su cui si basa l’intero processo storico dei rapporti tra generazioni. Ma identità e memoria hanno anche un ruolo decisivo nell’autostima con cui una comunità sorregge e consolida il suo avanzamento. Lungi da sterili localismi, si delinea l’ambizioso progetto di recuperare le radici per viverle, analizzarle e rielaborarle, al fine di valorizzare le specificità culturali e sociali, anche per affrontare con maggior consapevolezza del chi siamo i rischi omologanti della globalizzazione, nell’ottica di una conoscenza approfondita del passato che consenta di comprendere il presente e progettare il futuro. Il progetto, pertanto, vuole favorire e supportare percorsi educativi che contribuiscano alla formazione di un individuo capace di riconoscere e vivere consapevolmente la propria identità individuale e sociale. Gli obiettivi specifici. Convalidare e sviluppare fondamentali categorie storiche, quali la costruzione del concetto di tempo storico, anche attraverso la presa di coscienza della contestualità del “vissuto”; ricercare il nesso tra presente e passato; prendere consapevolezza del collegamento fra storia quotidiana personale e storia generale; comprendere come il contesto socio-culturale e ambientale determini la tradizione e la vocazione di un territorio, il suo volto. I contenuti. Il progetto vuole porsi come un momento di osservazione ed elaborazione concreta attraverso la documentazione e la ricerca di alcuni aspetti del territorio vallassinese da parte degli alunni della classe II C. Troppo spesso, fin da piccoli appunto, ci si abitua a non osservare, e quindi a non vivere con la necessaria attenzione, ciò che ci circonda e che costituisce il nostro patrimonio culturale, ovvero il territorio nel quale viviamo. Si tratta di un processo di alfabetizzazione che, opportunamente predisposto, può porre le basi di conoscenza e consapevolezza delle peculiarità del territorio, sviluppando nei suoi confronti un’attenta osservazione e un legame anche affettivo, oltre che di appartenenza. A questo punto s’innesta un ulteriore processo: lo sviluppo di uno sguardo critico che tenga conto anche degli aspetti contraddittori o negativi dell’ambiente e che prospetti possibili soluzioni o correttivi. Si guarderà all’ambiente circostante privilegiando percorsi che favoriscano la conoscenza dei contesti locali circostanti la scuola ponendo particolare attenzione alla quotidianità della vita dalla fine dell’Ottocento ad oggi. Attraverso la concreta attuazione metodologico-didattica di alcuni percorsi si tenterà di guardare al territorio per ricucirne le trame di ieri, la sua memoria dell’utilizzo dell’acqua – nel tempo – nelle comunità locali nelle quali la scuola si colloca. Nell’ambito del LAB di Cultura locale si attiverà il progetto IL LABORATORIO DEL TG DEI RAGAZZI che si realizzerà nel secondo quadrimestre. La classe aderisce all’iniziativa “PENNARELLI”. Il TG FATTO DAI RAGAZZI, III EDIZIONE, promosso dalla Provincia di Como. Il laboratorio audiovisivo sul Telegiornale vedrà come naturale sviluppo del loro lavoro in classe, la preparazione anche di un servizio televisivo vero e proprio che andrà in onda con cadenza all’interno di “AL 9000″, nota trasmissione televisiva dell’emittente locale comasca Espansione TV, indicativamente nel periodo compreso tra febbraio e giugno 2004. Ogni classe elaborerà, alla presenza dell’esperto della Provincia, all’interno del gruppo di lavoro un tema che tratta della realtà locale in cui la propria scuola è inserita; verranno assegnati i diversi ruoli che sono previsti dalla struttura del telegiornale che viene così analizzata anche nelle sue fasi di creazione e di costruzione delle notizie. I ragazzi effettuano sul loro territorio dei servizi e delle interviste utilizzando videocamere e registratori; con il montaggio audio e video e l’impaginazione grafica di postproduzione verrà elaborato il prodotto che sarà pronto e finito per andare in onda. Verrà preventivamente chiesto alle famiglie il permesso che i partecipanti al laboratorio possano andare in onda. I ragazzi che non otterranno il permesso ricopriranno altri ruoli previsti all’interno della struttura. I soggetti e gli ambiti disciplinari coinvolti. Il progetto coinvolge la classe II C della scuola secondaria di primo grado di Asso, con l’attivazione interdisciplinare delle seguenti discipline: italiano/storia/geografia/ed.civica, ed. artistica, ed. tecnica, ed. musicale, scienze, religione. Il metodo. Si tenterà di proporre una visione complessivamente unitaria dell’individuo, dell’ambiente che lo circonda e delle relazioni che lo qualificano, delineandone un progetto nel quale l’educazione sia espressione della partecipazione della comunità, valorizzando, nella programmazione educativa e didattica, le risorse culturali, ambientali e strumentali offerte dal territorio e dalle strutture in esso operanti. E ancora di più che in altre aree di conoscenza, la specificità dell’intervento della scuola non è data dalla quantità di informazioni che essa può offrire, quanto piuttosto dall’originalità di autentiche esperienze educative e dall’offerta di strumenti di analisi della realtà, che consentano al ragazzo di orientarsi – in senso proprio e in senso metaforico – nel tessuto ambientale. Una proposta essenzialmente metodologica, che corrisponda all’impostazione didattica di una scuola volta a sollecitare l’attività personale dei soggetti in crescita, che aiuti l’individuo a comprendere la propria cultura nei suoi aspetti spaziali, per meglio “collocarsi” in essa e per promuoverne la trasformazione in modo critico e consapevole. Il lavoro di ricerca si propone di favorire l’utilizzazione, accanto a quelli tradizionali, di strumenti di studio “diversi”, quali le interviste, le immagini, le ricostruzioni narrative, i materiali cinematografici audio e audiovisivi, i prodotti multimediali nell’accezione più ampia del termine e si articolerà nei momenti didattici di seguito descritti. Sussidio. La classe utilizzerà come sussidio il volume L’öf del dì de Natàl (L’uovo fatto il giorno di Natale), il Quaderno operativo di lingua e cultura locale nato nell’ambito delle ricerche etnografiche e linguistiche dell’Istituto Comense per il Dialetto e le Tradizioni della Provincia di Como, che la Provincia stessa ha dato alla classe su richiesta dell’insegnante. In particolare, gli insegnanti di classe II dei corsi A, B, C della Scuola media di Asso hanno richiesto il volume per tutti gli studenti e ciascun insegnante utilizzerà il volume nel modo che più riterrà opportuno nell’ambito del proprio gruppo-classe. Il testo rivolto al mondo della scuola del territorio comasco, presenta alcuni nuclei di contenuto, che aprono per il soggetto che li utilizza spunti di conoscenza, riflessione e ulteriore ricerca. Un primo orientamento nei diversi campi che compongono la cultura e la storia locale, una scelta di contenuti significativi da cui partire nella riflessione sulla lingua, sulla cultura e sulla storia locale. Il testo si configura come un supporto didattico che apre all’individuazione di possibili percorsi didattici e formativi che la scuola può compiere in riferimento allo studio e all’analisi della storia, della vita e delle caratteristiche del territorio. Oltre i limiti dell’ambito linguistico, investendo la dimensione culturale, sociale, affettiva e cognitiva dell’azione educativa; non come un curricolo separato, ma un modello che tenga conto dell’aspetto linguistico locale, integrandolo nel quadro progettuale globale e unitario della scuola stessa. E il parlare di dialetto, di lingua e di parlate locali, si configurerà come una prospettiva educativo-didattica che non mirerà al raggiungimento di una competenza linguistica esauriente, né alla passiva memorizzazione di elenchi di vocaboli o di modi di dire tipicamente dialettali, ma sarà tesa al coinvolgimento comunicativo che si ottiene “agendo una lingua”, in un’interazione adulto-bambino significativa, di tipo anche affettivo e ludico. L’aspetto fondamentale rimane la costruzione di un quadro di esperienze significative e motivanti legate a contesti specifici funzionali all’arricchimento cognitivo, linguistico e culturale di un individuo. L’ACQUA Nel contesto sopra delineato, nella classe II C si attueranno due percorsi. Il primo, compreso fra i mesi di novembre e dicembre 2003, volto a ricostruire l’utilizzo dell’acqua nelle comunità locali di riferimento della scuola attraverso interviste collettive e individuali e la ricerca individuale e di gruppo. Il secondo, che perdurerà per l’intero anno scolastico, volto alla lettura del sussidio sopra indicato.
Fase motivazionale:
1. L’insegnante propone il volume L’öf del dì de Natàl (L’uovo fatto il giorno di Natale), il Quaderno operativo di lingua e cultura locale nato nell’ambito delle ricerche etnografiche e linguistiche dell’Istituto Comense per il Dialetto e le Tradizioni della Provincia di Como e lo distribuisce ai ragazzi. In particolare, iniziando a fine ottobre, il progetto prenderà il via dalla lettura del capitolo relativo alla Vallassina inerente Le zucche illuminate; la visione di un documento audiovisivo testimoniante attività lavorative di un tempo, oggi dimenticate. Il materiale citato sarà scelto fra quello messo a disposizione dal Centro di raccolta audiovisivi della Provincia di Como o dalla Comunità Montana del Triangolo Lariano.
Fase della direzione dell’attenzione:
2. L’insegnante stimola una discussione sul filmato proposto; costruzione di una mappa concettuale alla lavagna; valutazione delle conoscenze degli allievi e dell’interesse dimostrato dalla visione del documentario.
3. L’insegnante introduce l’elemento ACQUA come focalizzatore dell’attenzione nell’ambito della ricerca che si sta apprestando in classe
4. L’insegnante propone la stesura di una traccia/questionario comune per il lavoro di intervista a persone che hanno nella memoria il ricordo dei tempi passati, sia uomini che donne; costruzione del contenuto della traccia/questionario.
5. Intervista in classe. La prima intervista preparata ed effettuata collettivamente, registrandola e prendendo appunti individualmente.
6. Rielaborazione delle risposte sulla base degli appunti dei ragazzi e il confronto fra le diverse versioni e tra queste e la registrazione. A casa: inizia la ricerca, da parte dei ragazzi, di testimonianze orali.
Fase dell’apprendimento: 7. raccolta e analisi delle risposte alle interviste. costruzione alla lavagna di una mappa concettuale di sintesi delle attività lavorative che si sono incontrate nell’attività di ricerca e di intervista. 8. dopo aver ascoltato le diverse interviste ciascun alunno preparerà individualmente una relazione con un commento personale.
9. l’insegnante sollecitando l’interesse dei ragazzi nei confronti di oggetti significativi del tempo emersi anche dalle interviste, farà emergere dai ragazzi la possibilità di raccogliere altre tipologie di materiali e documenti storici del tempo; uscita in biblioteca comunale per ricercare materiale di approfondimento.
10. visione videocassetta inerente La valle dei Mulini di Asso; riflessioni e valutazioni collettive della videocassetta vista.
11. visita alla biblioteca della scuola e uscita in biblioteca comunale per ricercare materiale di approfondimento.
12. Lavoro di gruppo; realizzazione di prodotti di documentazione del percorso attuato.
13. Esposizione alla classe del lavoro svolto.
14. Visita di una filanda di Asso, attualmente funzionante, per ricostruire l’antica lavorazione legata all’acqua. L’insegnante stimolando una conversazione sul volume proposto e aggiungendo elementi conoscitivi circa la nascita del volume e la raccolta della documentazione introduce ragazzi nella metodologia di ricerca legata alle culture materiali. Immagini documentarie e interviste: testimoniano aspetti della vita sociale e lavorative di un tempo; fanno cogliere ai giovani studenti la dimensione sociale del tempo e il ruolo della società civile con i suoi comportamenti e la sua mentalità nel divenire storico. L’elemento ACQUA è un unificatore che favorisce la trasversalità e la verticalità di alcune esperienze in seno all’intera Scuola Media di Asso. I ragazzi comprendono che la ricerca si focalizza intorno alla documentazione che si cercherà di ricostruire intorno al periodo fine Ottocento – inizi seconda metà del Novecento del secolo scorso. Intervista a protagonisti o testimoni del tempo. Questa “ricerca” tende a sottolineare l’esistenza di soggetti che con la loro vita testimoniano concretamente il rapporto tra storia dell’individuo e storia generale. Il fatto che l’intervista debba coinvolgere sia uomini che donne mira a mettere in luce le differenze di genere nella percezione di un evento. Il lavoro potrà essere svolto attraverso i seguenti momenti: – trascrizione delle interviste; – registrazione audio delle interviste; – registrazione audiovisiva delle interviste. Si ipotizza l’intervento di rappresentanti del Gruppo folcloristico “I paisan” di Corogna/Albavilla e del gruppo “I Nost” di Canzo per rispondere alle domande dei ragazzi. In questo momento, si cercherà di dare uno spaccato ampio e contestualizzato del progetto e sarà possibile sottolineare le distorsioni che il pensiero dell’intervistato subisce quando viene trascritto. Le interviste si propongono, inoltre, di mettere in contatto i giovani con quella particolare dimensione del tempo storico che si esprime attraverso l’immaginario collettivo della comunità in cui sono nati o si sono successivamente inseriti. A seconda della disponibilità che si incontrerà strada facendo, saranno accolte in classe persone del paese o dei paesi limitrofi che raccontino esperienze diverse in riferimento all’argomento di ricerca. al fine di ulteriormente motivare i ragazzi nel lavoro di ricerca si suggeriscono anche i filmati in visione su RAISAT3 a richiesta su sito internet in quanto la messa in onda di filmati e documentari è preceduta dall’indicazione delle scuole che ne hanno fatto richiesta. Lettura e analisi dei diversi tipi di materiali presentati; lettura e analisi di canzoni e di immagini. Lavoro di analisi e sintesi attraverso cartelloni, ricerche, altro. Il prodotto finale. Attraverso la ricerca il progetto vuole pervenire ad un prodotto destinati alla divulgazione per la conoscenza di storia, radici, valori e beni culturali comuni; la valorizzazione delle specificità culturali; la promozione dell’identità. E’ prevista la costruzione di una memoria dei percorsi attuati attraverso supporti didattici e multimediali in senso ampio. La parte linguistica verrà integrata da quella iconografica, a cui lavoreranno gruppi di lavoro nell’ambito della classe. Si ipotizza di presentare il progetto in un’ampia sezione del giornalino SP’ASSO dell’Istituto Comprensivo e di comunicare l’attività ai principali quotidiani locali. Lo spazio. L’aula scolastica, il laboratorio multimediale, le interviste e la ricerca a casa, le uscite. I criteri di verifica. Le attività si collocano al di fuori di ogni logica di valutazione sommativa e tradizionale, in quanto sono volte a motivare e ad amalgamare in maniera “nuova” e diversa il gruppo classe. Osservazioni sistematiche dell’insegnante durante le diverse attività consentiranno di valutare il grado di interesse, di partecipazione e di impegno; la realizzazione di attività di ricerca e di sintesi individuali e collettive e l’esposizione alla classe del lavoro svolto costituiranno un ulteriore momento di verifica del raggiungimento degli obiettivi specifici prefissati.
La classe. La classe II C è composta da 18 alunni che presentano stili di apprendimento e capacità cognitive differenziati. Gli alunni quotidianamente presenti a scuola sono 17, perché 1 frequentanti all’Istituto medico-pedagogico di Asso. 1 alunno è portatore di handicap benché evidenzi difficoltà comportamentali e non a livello di apprendimento. Nella generalità dei casi la classe deve essere particolarmente monitorata, più che sul versante della motivazione, su quello dell’attenzione. Pochi elementi cercano di distrarre l’attenzione della classe, impedendone il sereno svolgersi delle attività. Altro aspetto da curare è l’autonomia, propria di pochi, nel portare a termine con impegno e interesse le consegne assegnate.
Il recupero. L’insegnante dialogherà individualmente con gli alunni maggiormente demotivati al fine di supportare maggiormente le attività dei soggetti coinvolti e colmare eventuali grosse lacune emerse.
[1] G. Caminada (a cura di), Le terre del Lario e del Ticino. Il territorio come matrice culturale e educativa, Milano 2001. [2] In proposito, si considerino gli studi di quei settori della psicologia cognitiva che studiano il modo in cui gli individui percepiscono e si rappresentano lo spazio nel quale vivono. In particolare, si consideri che si deve a L. Wittgenstein (1967) e poi più esplicitamente a N. Hanson (1965) l’aver sottolineato che il contesto è il fattore fondamentale che determina la possibilità stessa di una rappresentazione; esso si delinea con una configurazione o struttura che ordina i fenomeni pur senza essere un fenomeno. Sulla conoscenza tacita o inespressa si fonda la prospettiva epistemologica di M. Polany (1979) sintetizzabile nell’affermazione di una preliminarità del conoscere rispetto al discorso che lo esprime e alla funzione denotativa dello stesso. [3] R. Massa, Educare o istruire? La fine della pedagogia nella cultura contemporanea, Milano 1987. [4] T. Makiguchi, L’educazione creativa, Firenze 2000. [5] G. Caminada, Tatanka in paese. Percorso multilinguistico di appropriazione ambientale, Relazione anno di prova 1996-97, Direzione Didattica di Carlazzo. [6] J. Bruner, La ricerca del significato. Per una psicologia culturale, Bollati Boringhieri 1992, p. 109. [7] J. Bruner, Op. cit., p. 131. [8] T. Giani Gallino, Quando ho imparato ad andare in bicicletta, Editore Raffaello Cortina, 2004. [9] K. Polanyi, La grande trasformazione, Einaudi, Torino 1974, p. 340. [10] J. G. Herder, Idee per la filosofia della storia dell’umanità, Zanichelli, Bologna 1971, p. 214. [11] T. Makiguchi, Op. cit., p. XV-XVII. [12] A. Fumagalli in G. Caminada (a cura di), Op. cit.. [13] C. Geertz, Interpretazione di culture, Il Mulino, Bologna 1987, p. 92. [14] A.D.Smith, Il revival etnico, Il Mulino, Bologna 1987, p. 75. [15] G. Caminada (a cura di), Op. cit., Milano 2001. 16 G. Caminada (a cura di), Op. cit., Milano 2001. Nell’accezione di D. Demetrio, Saggi sull’età adulta. L’approccio sistemico all’identità e alla formazione, Milano, Unicopli, 1986, mettersi dalla parte del continuum vitale significa accogliere una prospettiva di ricerca con la quale si intende sottolineare l’intrinseca plasticità, nelle diverse fasi della vita, di alcune costanti esperienziali nel corso delle quali, pur di fronte a mutazioni e cambiamenti, esse si ripropongono in forma di palinsesto. Sul continuum, al di là delle innumerevoli cancellature e riscritture, sono sempre rintracciabili gli elementi essenziali con i quali il soggetto può stilare la propria, personale sceneggiatura. [17]G. Caminada (a cura di), Op. cit., Milano 2001. [18] H. Gardner, D. H. Feldman, M. Krechevsky (a cura di), Cominciare a costruire dalle potenzialità dei bambini, vol. 1, Edizioni Junior, Bergamo 2002. [19] G. Caminada (a cura di), Op. cit., Milano 2001.