Twitti@mo” E’ un invito il titolo dell’inedita iniziativa che coinvolge la scuola, Twitteratura, l’Archivio diaristico nazionale e il giornale “La Provincia” di Como. Un progetto comune con al centro i ragazzi e il nuovo mondo del world wide (o wild) web e che vede tra i suoi ideatori Luca Piergiovanni, docente di scuola secondari e referente informatico dell’Ufficio scolastico regionale per la Lombardia. E’ proprio il prof. Piergiovanni, in un’intervista rilasciata pochi giorni fa, che ci illustra come si articola l’iniziativa.
Prima di tutto, come nasce il progetto Twitti@mo?
Il progetto nasce dalla mia recente frequentazione di twitter e dall’aver sperimentato in prima persona quanto possa essere efficace questo strumento ad uso didattico. Ne è un esempio il progetto che ho portato avanti con i miei ragazzi in occasione della Giornata dell’Innovazione – che si tiene ogni anno nel Parco Scientifico Tecnologico di ComoNext – in cui abbiamo deciso di documentare l’intera giornata tramite Twitter: grazie ad un hashtag ufficiale, muovendoci per gli stand, nel corso di tutte le attività abbiamo descritto tutto ciò che accadeva in 140 caratteri. In questo modo ho formato i miei studenti, e al contempo me stesso, al giornalismo partecipativo, un tema molto caldo al giorno d’oggi. Successivamente ho conosciuto lo staff di Twitteratura, che come sapete si dedica alla riscrittura di grandi testi, e da lì è nata l’idea di questa nuova esperienza digitale che, con l’aiuto del quotidiano La Provincia di Como, è riuscita a concretizzarsi divenendo Twitti@mo. Essendo vicino il centenario inoltre, per quest’anno si è deciso di dedicarsi a due testi sulla Prima Guerra Mondiale: un argomento di studio che verrà però affrontato sotto un aspetto del tutto nuovo, quello dei social network.
Quali sono gli obiettivi che si pone Twitti@mo?
Gli obiettivi sono tantissimi e vanno da quelli di carattere etico, didattico, sino ad arrivare a quello comunicativo: tutti strettamente interconnessi. In questo modo pensiamo di avvicinare il mondo della scuola a quello dei giovani, facendo sì che essi comprendano l’uso professionale di questi strumenti: un uso positivo e critico del web e della rete. Un altro grande obiettivo è senza dubbio quello di appassionarli alla lettura in sé e per sé. Ci raccontano quelli di Twitteratura che, da quando è iniziato il progetto, sono andati letteralmente “a ruba” i testi da loro “riscritti” nei tweet! La funzionalità di iniziative di questo tipo ha dei risvolti positivi in diversi ambiti; inoltre, essendo in rete, si genera anche uno spirito di condivisione fondamentale per la formazione dei ragazzi.. è un progetto a 360°!
A chi è rivolta l’iniziativa?
Si tratta per lo più di studenti di scuole medie. Quest’anno è stato realizzato un po’ in corsa, la cosa fondamentale era dagli il via; la nostra intenzione era inizialmente quella di capire cosa fosse e che effetto avesse sul mondo scolastico. Ci eravamo persino posti l’obiettivo di rivolgerlo a tre sole scuole.. ad oggi quelle che hanno aderito sono ben nove! L’ambito territoriale a cui è stato circoscritto è, sostanzialmente, la provincia di Como, in quanto, in progetti di questo tipo risulta molto importante la formazione sul territorio di coloro che partecipano; vi sono però alcuni istituti anche di Lecco e Sondrio.
Dal punto di vista della promozione, come è stato pubblicizzato il progetto Twitti@amo?
Sicuramente il quotidiano La Provincia è stato il primo canale con cui si è predisposta la sponsorizzazione dell’evento. Poi naturalmente è stato importantissimo l’Ufficio scolastico, il quale ha inviato una lettera a tutte le scuole di ogni ordine e grado (di Como e provincia), statali e paritarie. Ha giocato a nostro favore – ma d’altronde, come poteva non farlo – la rete, grazie a un annuncio sul sito e ai vari contatti.
Ha accennato al tema della Prima Guerra Mondiale, come si è arrivati alla scelta dei testi da prendere in esame?
I testi selezionati sono due: “Come le vacche sull’alpe di Gigiai” di Gavinio Puggioni e “Scusate la calligrafia” di Sisto Monti Buzzetti. La scelta è caduta proprio su questi, poiché sono libri molto particolari, si tratta infatti di due raccolte di lettere. Da questo punto di vista quindi non sono impegnativi, si potrà per esempio decidere per una classe di leggere un campione di lettere, l’essenziale sarà calendarizzare le letture. Per esempio decidere che il giorno x, ci si occuperà delle prime tre lettere, e così via.
Potrà capitare che il quella tal data giornata solo poche scuole interagiranno, ma l’essenziale è avere un programma chiaro per tutti, piano piano si imparerà ad utilizzare sempre meglio gli strumenti a disposizione.
Quanto conta oggi la connessione tra i due mondi apparentemente diversi, didattico e social, parallelamente a quella tra mondo dell’insegnamento e quello dei ragazzi?
Non vorrei esagerare.. per me è essenziale. Non è questione di essere appassionati di tecnologia: al giorno d’oggi questi mezzi sono sempre più pervasivi e noi siamo sempre più immersi in una sorta di osmosi comunicativa continua. Ciò che dovremo tutti far nostro è che ormai non si deve più parlare di reale e virtuale. Come abitiamo una casa, una strada, un Paese, abitiamo anche la rete. Ed il nostro abitare la realtà internet ha delle inevitabili ricadute nel nostro essere generale. Questo però significa essere consapevoli della situazione e “abitarla bene“, non sentirla come una contrapposizione o un luogo sicuro in cui poter fare di tutto perché nessuno ti vede. È necessario essere responsabili al pari di come lo si è nella vita “reale”. La bontà della rete è data dall’uso che ne si fa, è una questione di correttezza