"Mio papà tornato dal fronte chiese al parroco chi è mio figlio?" Intervista immaginaria a PIETRO BADEL, nato nel 1912

Cosa le hanno raccontato della partenza per il fronte?

Le partenze per il fronte erano controllate. Gli uomini venivano chiamati poco alla volta in modo da evitare disordini e violenze.

E delle licenze?

Ai soldati veniva concessa la licenza ogni otto mesi circa. Mio papà, quando arrivò a casa per una licenza, si fermò all’asilo per salutarmi, ma ha dovuto chiedere al parroco chi era suo figlio perché non mi aveva riconosciuto.

Ci racconta qualche fatto chele hanno raccontato riferito alla Prima Guerra Mondiale?

Ricordo un fatto accaduto in guerra, che mi avevano raccontato. Una sera, Giovanni Caraccio e altri soldati trovarono alcune bottiglie di liquore nascoste in un ripostiglio. Ne presero una e si appartarono per berla.  La guardia di servizio li cercò a lungo e li trovò che dormivano ubriachi. Giovanni, svegliato di soprassalto, si rivoltò contro la guardia e per questo fu rinchiuso in prigione. Il tenente Petazzi di Menaggio riuscì a farlo liberare senza condanna.

(Adattamento da Come le vacche sull’Alpe di Gigiai. Lettere al parroco di Montemezzo dalle trincee della Grande Guerra, Istituto di storia Contemporanea, Como 1997)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *