(ANTONIO BUSCA, detto Tugnin Branca, è nato nel 1908, ma non a Montemezzo, dove però e stato adottato. Proveniva da un orfanotrofio di Milano)
Signor Antonio, ci racconta qualcosa del suo primo giorno di scuola?
Il primo giorno di scuola ero uscito da casa con la cartella di pezza cucita da mia mamma. Mi sono fermato a chiamare il Tumas (Tommaso Tremari), lui era senza cartella e si è messo subito a piangere. Sua mamma, per consolarlo, gli aveva promesso che per il giorno seguente gliela avrebbe preparata.
E la guerra? Cosa si ricorda della guerra?
Maurilio Triaca. In paese si diceva che Maurilio Triaca era stato esonerato dal fronte e mandato a lavorare presso la teleferica governativa adibita alla raccolta di legna per il governo, situata nel comune di Domaso. Questa teleferica era stata costruita da un signorotto, non originario della zona, allo scopo di evitare al proprio figlio di essere chiamato in guerra. Il figlio morirà in seguito schiacciato da un carico di legna.
Cosa si ricorda ancora di quei tempi…
Anche allora c’èra il medico condotto, il dottor Pollavini della val Chiavenna, chiamato “scavalca tecc”, sempre pronto a rispondere alle numerose chiamate urgenti sfidando le intemperie e raggiungendo le località a piedi. Ricordo che don Silvestri era un prete molto severo e punitivo. Nei miei confronti, anche se provenivo da un orfanotrofio, era molto imparziale. La sorella aveva sposato il signor Giuseppe Togiola di Montemezzo.
(Adattamento da Come le vacche sull’Alpe di Gigiai. Lettere al parroco di Montemezzo dalle trincee della Grande Guerra, Istituto di storia Contemporanea, Como 1997)