Ogni volta che il Cactus aveva bisogno di rifare il guardaroba era una tragedia.
In qualunque negozio di abbigliamento entrasse veniva guardato con diffidenza.
“Saranno le mie spine?” “Sarà il mio aspetto tozzo?” pensava disperato il povero Cactus.
Pochi erano i negozianti che lo trattavano come un comune mortale facendolo accomodare nei camerini per provare i capi di abbigliamento e spesso anche questa semplice operazione, per il nostro povero amico, risultava una “operazione del Cactus”. Le spine più vecchie e più indebolite restavano impigliate negli abiti o si spargevano sul pavimento del camerino e non era difficile sentire le lamentele dei successivi acquirenti: “Ma che cactus c’è in questo vestito?”, “Ma che cactus mi ha punto?”.
Generalmente con calma e tranquillità le commesse riuscivano ad appianare le proteste dei feriti a causa delle spine, ma capitava che anche queste tranquille commesse invitassero il Signor Cactus a servirsi altrove.
Per il giorno di Natale Cactus fu invitato ad un ballo e il suo pensiero era su come evitare di pungere le persone che avessero ballato con lui. “ Ma come cactus farò?” diceva a se stesso, pensando di aver bisogno di un vestito speciale, qualcosa di elegante ma allo stesso tempo fatto di un tessuto resistente. Dopo un’attenta ricerca su internet trovò l’abito con le caratteristiche desiderate. Fece l’ordine e il pacco arrivò in alcuni giorni.
Quando il signor Cactus aprì, con stupore si accorse che il vestito non era altro che un armatura tipo medievale e sicuramente le spine sarebbero rimaste bloccate, ma come ogni giorno, come sempre, ogni cosa presentava mille difficoltà. Afflitto e sconsolato non gli rimaneva che ammettere: “La mia è una vita del Cactus!”. Questa è una Storia del Cactus.
Autore: Martina Ruggiero
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