Prof, guardi cosa c’è su cima-asso. Si ricorda quel giorno -uno degli ultimi- quando ci portò i libri da Lei realizzati?! C’era anche questo dizionario, chiamiamolo così, con le espressioni dialettali di Barni!

“Quant el me nonu el purtava a caa un pess secaa, guaj se scapava dii la paróla «saracch» ch’el vareva negót rispett al misultin. Se mett là la möja sül fööch cunt süü i misultitt a brüstulii e de conseguenza i se fümeghen un póó, standes atent de girai de mani man. Quant i cumenzen a vess un póó sbrüsigataa i se töen gióó e dopu vecch netà via un póó i tocch scarbunti, i se derven in duu par la lunga, se tö föö tüta la resca cun tacaa el cóó e la cua, e’l se fa’ gióó a tuchelitt in insalata cunt oli e asee e pöö el se mangia cun la pulenta fregia, cioè, quela del dii prima. S’el resta li, el dii dree, l’è amò püsee bun parchè el se insauriss amò de pü. Natüralment el te fa’ beef parché l’è saurii e quindi el vin el va’ gióó che l’è un piasee.”

Quando mio nonno portava a casa un pesce seccato, guai se scappava la parola saracch che non valeva niente rispetto al missoltino. Si metteva la pinza sul fuoco con su il missoltino e si faceva arrostire e di conseguenza si affumicava un po’, stando attenti a girarli mano a mano. Quando incominciano ad essere un po’ abbrustoliti si tolgono e dopo aver pulito i pezzi un po’ bruciacchiati, si aprono in due orizzontalmente, si estrae tutta la lisca con attaccato la testa e la coda e si taglia a pezzettini in insalata con olio e aceto e poi si mangia con la polenta fredda, cioè, quella del giorno prima. Se resta lì, il giorno dopo, è ancora più buono perchè si insaporisce ancora di più. Naturalmente ti fa bere perchè è saporito e quindi il vino va giù che è un piacere.

Questo è un curioso passaggio di Vocabolario del dialetto di Barni, un volume realizzato da Giulia Caminada, Marco Fioroni e Francesca Gilardoni.  Un libro che mi è stato recentemente regalato e di cui sono enormemente grato per le preziose curiosità “salvate” al suo interno.

L’immagine è una rielaborazione di un dipinto ad olio su tela di Gerolamo Induno raffigurante Pescarenico e realizzato nel 1862.

Davide Valsecchi

da:cima-asso.it

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  1. In effetti in questi giorni mi sono persa un po’ di passaggi… Recupererò nei prossimi. In giro ci sono stata soltanto con la testa… senza computer e collegamenti elettronici vari. Serve. Adesso ho mille nuovi collegamenti nella testa e mi servirò di internet per cercare di dargli forma 🙂

  2. Bene bene.. ha la prova che si sopravvive anche senza computer..(anche se io non ce la farei comunque) 😉

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