Se saprai conservare la testa, quando intorno a te
tutti perderanno la loro e te ne incolperanno;
se crederai in te stesso, quando tutti dubiteranno,
ma saprai intendere il loro dubbio;
se saprai aspettare senza stancarti dell’attesa,
o essere calunniato senza calunniare,
o essere odiato, senza dar sfogo all’odio,
e non apparir troppo bello, né parlar troppo saggio.
Se saprai sognare e non rendere i tuoi sogni padroni;
se saprai pensare e non fare dei pensieri il tuo fine,
e trattare questi due impostori nello stesso modo;
se saprai sopportare di sentire quello che hai detto di giusto
falsato da ribaldi per farne trappole ai creduli,
o vedere le cose per cui hai dato la vita, spezzate
e curvarti e ricostruirle con utensili logorati.
Se saprai fare un mucchio di tutte le tue vincite
e rischiarle in un giro di testa e croce,
e perdere, e ricominciare da capo
e non fiatar verbo sulle tue perdite;
se saprai forzare il tuo cuore e i nervi e i tendini
per aiutare il tuo volere, anche quando sono consumati,
e così resistere quando non c’è più nulla in te
tranne che la Volontà che dice “reggete!”.
Se saprai parlare con le folle e mantenere le tue virtù,
o passeggiare coi Re e non perdere la semplicità;
se né nemici, né prediletti amici avranno il potere di offenderti,
se tutti gli uomini conteranno, ma nessuno conterà troppo;
se saprai riempire il minuto che non perdona
coprendo una distanza che valga i sessanta secondi,
tuo sarà il mondo e tutto ciò che contiene,
e – ciò che conta – sarai un uomo, o figlio!
Rudyard Kipling
Questa è la seconda volta che cito Kipling. La prima ero in India. Questa poesia è strana, alle volte la guardi, spesso stampata su improponibili piastrelle da appendere, e ti sembra la cosa più stupida e banale del mondo. Altre volte, leggendola, ti commuove quasi alle lacrime giungendo come pioggia nella stagione arida.
Mi piaceva riportarla qui, mentre i piccoli giornalisti seguono le nostre avventure africane, perchè anche loro possano conoscerla, per donarla loro per la vita affinchè ne traggano ispirazione quando più ne avranno bisogno.
Davide “Birillo” Valsecchi