Il Museo Storico “Giuseppe Garibaldi”, oltre a testimoniare le lotte risorgimentali, comprende una sezione dedicata ai tessuti, all’abbigliamento e alla moda fra XVII e XIX secolo. A questi reperti si aggiungono ceramiche, manoscritti, medaglie ed altri oggetti che testimoniano i prodotti e le qualità sulla vita sul Lario, non che il gusto del collezionismo. Particolarmente significava una sala dedicata ai pizzi ed ai ricami, con opere dal XVII al XIX secolo ed è un notevole presepe napoletano del XVII secolo.
-SALE DEDiCATE A GARiBALDi –
Il Museo Civico “ G. Garibaldi” di Como fu istituito nel 1932 ed inaugurato alla presenza del Generale Ezio Garibaldi il 12 Giugno di quell’anno, cinquantenario della morte dell’Eroe a cui si intitola, in seguito al lascito fatto al Comune di Como dagli ultimi eredi dell’antica famiglia comasca degli Olginati che più volte avevano ospitato Garibaldi nel loro palazzo situato nell’allora Contrada di S. Sisto.
1. PONTiCELLO Di PASSAGGiO. Busto di G. Garibaldi in marmo bianco, opera dello scultore comasco Pietro Clerici.
2. SALA DELLA BATTAGLiA Di SAN FERMO. Nella sala sinistra, dedicata alla Campania del 1959, ha particolare rilievo la Battaglia di S. Fermo dopo la quale Garibaldi scese in Como vincitore degli Austriaci la sera del 27 maggio. Sulla parete di fronte s’affacciano, da due nicchie illuminate, un soldato austriaco ed un Cacciatore delle Alpi nelle loro caratteristiche divise su figurini originali dello scultore Clerici, mentre al centro domina la grande tela di Sebastiano De Albertis : “ MORTE DEL CAPITANO DE CRISTOFORIS” dipinta nel 1960 con una impressionante fedeltà di particolari. Vi sono poi le riproduzioni fotografiche del cippo ai Caduti di S. Fermo e della lapide con i loro nomi che si trova al Cimitero Monumentale Di Como, e di calchi in gesso presi dal volto di cinque di questi Caduti. A fianco, sulla destra, una riproduzione dell’effige di Garibaldi del Borzino nella divisa di Generale dell’ esercito piemontese, con la quale egli combattè a S. Fermo accanto alla fotocopia del Decreto di nomina a Maggior Generale Comandante del Corpo dei Cacciatori delle Alpi. A fianco, sulla sinistra, una stampa allegorica di Garibaldi sul campo di battaglia e due tele relative a Solferino e Magenta e il ritratt0 di Ten. Giocondo Bonizzoni figlio della patriotta comasca Giuseppina, caduto a S. Martino. Sulla parete di destra due vetrine: in quella di sinistra sono esposti cimeli dei Cacciatori delle Alpi ed espressione popolare, dell’esercito Piemontese e della Guardia Nazionale. Nella vetrina di destra cimeli austriaci, con un copricapo e spadini dell’ Amministrazione Civile ed oggietti ed armi raccolti sui campi di battaglia di Varese e S. Fermo. A terra palle e proiettili vari delle Battaglie di Boffarola e S. Martino e tre “racchette” scoppiate a Como nel 1859. Alle pareti fucili francesi, italiani ed austriaci usati nella Campagna. Completano la sala una serie di stampe inglesi preparate per il giornale The Times dal pittore Bossoli.
3. LA SALA GARiBALDiNA. La caratteristica più evidente della Sala Garibaldina è data dal tono di colore delle divise che ravvivano due grandi pareti e si completano con quelle dipinte dal Majani nel grande quadro dell’episodio di Mentana sulla parete opposta. Garibaldi domina da una grande tela del Brunati presso ad una delle sue camice rosse delle sue Campagne, ad una raccolta di oggetti che gli appartenevano o che lo ricordano vivamente e ad una serie di fotografie con autografo. Sono esposte le divise di tre dei migliori collaboratori di Garibaldi provenienti dal comasco: una giubba ed un realistico ritratto del Ten. Colonnello Garibaldino Enrico Pessina; la divisa blu con l’elmo piumat0 da Generale di Divisione del R. Esercito Italiano del Garibaldino Giuseppe Sirtori; la divisa da Ministro, con feluca, decorazioni e spada, accanto al fucile da Garibaldino, di Paolo Carcano. Una grande vetrina è dedicata al Corpo Dei Volontari Italiani popolarmente chiamato dei “ Garibaldini”. In essa un figurino veste la divisa completa del semplice milite, e sulle pareti sono altre camice, berretti e giubbe rosse da ufficiali. Ancora, armi, proiettili e buffetterie usate nel 1860 in Sicilia e nel 1866: da notare un servizio per la mensa degli ufficiali comaschi del 1866, il cui gruppo al completo è ricordato dalla fotografia sulla parete vicina. Completano la raccolta delle divise rosse una camicia dei combattenti di Domokos guidati da Ricciotti Garibaldi, un gilet ed un berretto da ufficiale greco delle Guerre Balcaniche appartenuti al Dott. Giuseppe Rubini. I volontari comaschi della leggendaria impresa dei Mille sono ritratti in un grande quadro, mentre sulla parete opposta, sopra ad una raccolta di fucili di tutto questo periodo, sono le effigi a stampa dei due comaschi caduti a Mentana. La sezione racchiusa tra le finestre raccoglie una documentazione parallela, relativa ai combattenti dell’ esercito regio sotto alle effigi di Vittorio Emanuele II e dei suoi generali attorno alle medaglie delle campagne dal 1860 alla Presa di Roma, l’equipaggiamento del fante Luigi Gaffuri del 49° Rgt. Fanteria, Brigata (Parma), composta da berretto, zaino e borraccia; la bandoliera del medico militare nob. Alessandro De orchi ,bottoni da divisa e cintura da Maggiore dello Stato Maggiore delle Piazze, berretto e pistola da Tenente della Guardia Nazionale alla difesa dello Stelvio, berretto da allievo di Collegio Militare, spalline e cappello con penna di corvo da Sotto-Ispettore della Regia Guardia di Finanza del 1870-80. Dalla presa di Roma una pallottola da fucile Remington da zuavo Pontificio, schegge di granata, un “Libretto di manovra” delle Fanterie Pontificie e decorazioni dello stesso Stato. Come sintesi, la Bandiera dei Veterani Comaschi del 1848-49 divenuta poi della Associazione Comense Reduci Patrie Battaglie, con un ricco medagliere, ed una riproduzione della targa esistente nel Municipio di Como con l’elenco dei Caduti comaschi nelle campagne dal 1848 al 1867.
4. EROI COMASCHI. Dalla Sala Garibaldina si entra nel locale dedicato agli Eroi Comaschi. Sul bianco della parete si staglia la policromia dei nastrini, ed in particolare l’azzurro delle Medaglie al Valore che iniziando dalla “ fatal Novara” del 1849 e da Custoza del 1866 giungono fino all’ultimo conflitto, alternando nomi noti, come quelli della M.O. Poggi, dell’ arch. Sant’ Elia, del campione del remo Sinigalia, entrambi Medaglia d’ Argento , a quelli di oscuri ma altrettanto eroici figli della terra comasca. Ad onorarli tutti , anche i dimenticati, serve il grande medagliere racchiudente le medaglie reggimentali.
Glo 🙂
Proofff! Aiutooo!! mi è rimasto l’articolo mongoloooo -.- comee faccio a metterlo a postoo xk lo scrivo in un modo poii lo pubblico e esce cosììì. Help!
Tantii Salutiii 🙂
dici per l’allineamento delle frasi? un po’ sono allineate e un po’ no? 🙂
Il Museo Storico Giuseppe Garibaldi di Como fu istituito nel 1932 ed inaugurato nello stesso anno, nelle sale del piano nobile di palazzo Olginati, in seguito al lascito fatto al comune di Como da questa nobile famiglia che più volte aveva ospitato il Generale.
La risistemazione (1963), curata da Mariuccia Belloni Zecchinelli, ha riguardato le testimonanze della storia comasca a partire dal risorgimento: armi, divise storiche, dipinti, medaglie, cimeli; e successivamente (1968) il riordino di materiale etnografico (costumi della civiltà contadina del territorio lariano, abiti settecenteschi, oggettistica varia sette-ottocentesca).
L’attuale sistemazione comprende la nuova sala della collezione dei pizzi e ricami antichi…
ee sii xk nn riuscivo a mettere il titolo giusto.. c’è c’era trpp spazio fra le parole dei sottotitolii.. cmq Grazie Proff (: Saluti!
ah… puffetta innamorata…